postcard
Saluti da
Tracce di un viaggio infinito
Sono la curiosità e lo smarrimento il corollario essenziale di quando arriviamo in una località a noi ignota. Possiamo “perderci” ed affidare all'intuito la scoperta di quel posto, oppure, più pragmaticamente, cercare le immagini che qualcuno, prima di noi, ha deciso fossero quelle più dense di significato. Da quest'ultima traiettoria prende forma il lavoro di Silvio Canini. L'idea della cartolina come mezzo di conoscenza visiva per sapere immediatamente cosa offre di “interessante” quel particolare contesto geografico. Ma cosa succede quando il “sentimento popolare”, condensato nella cartolina, viene nuovamente rimesso in circolo attraverso una sua ulteriore riproduzione tecnica? Quali nuovi significati prendono vita se la rappresentazione consumistico-simbolica della cartolina viene ri-fotografata da un terzo che non ha scelto né il soggetto e tanto meno quel tipo di inquadratura? Non è difficile scorgere, allora, un inedito ed originale sincretismo. La funzione pubblica della cartolina e la caratteristica più intima della fotografia sono le due polarità dello stesso viaggio. La cartolina se ne va a spasso per il mondo con la propria sostanza atomica, mentre la sua replica fotografica la trasporta nelle categorie più eteree del pensiero errante. Ed è proprio in questa sottilissima linea di confine che avviene la sintesi più autentica del viaggio. Un viaggio in cui il mondo ci cattura e, allo stesso tempo, viene da noi ripreso. In questo attimo, per sua natura infinitesimamente piccolo, sono contenuti tutti i viaggi possibili. Simultaneamente.
Sergio Gridelli